Nel gennaio 1957, inserita in un articolato programma di relazioni pubbliche voluto da Gian Lupo Osti per la Cornigliano, iniziava la pubblicazione dell’omonima rivista d’informazione aziendale.
La sua rilevanza è dovuta sia alla qualità dei suoi articoli, sia perché fu chiaramente ispirata alla prestigiosa rivista coeva «Civiltà delle Macchine», distinguendosi da subito per essere, negli anni del “ boom economico”, la più originale espressione di quella che oggi viene definita corporate culture. Venne pubblicata in circa 5000 copie destinate ai dipendenti oltre a circa 4000 copie per le pubbliche relazioni, con una periodicità bimestrale e fu preceduta da un numero unico edito nel dicembre 1956.
La redazione era composta da membri dell’Ufficio stampa e pubblicità dell’azienda, reparto che nel 1959 assunse la denominazione di Ufficio relazioni pubbliche.
Il primo direttore responsabile fu Arrigo Ortolani che si avvalse per la grafica di copertina e per l’impaginazione del contributo di un noto artista che aveva già collaborato per la società Esso Standard Italiana, il pittore genovese Eugenio Carmi. Fu però Gian Lupo Osti ad affidare nel 1956 a Eugenio Carmi la responsabilità di sovraintendere tutte le manifestazioni visive e le espressioni grafiche della Cornigliano.
Gli articoli della rivista non erano quasi mai firmati ma tra i collaboratori vi furono Giuseppe Ceccarelli, Giorgio Clavarino, Luciano Rebuffo e Carlo Fedeli, futuro direttore della «Rivista Italsider».
Sin dai primi numeri furono presentati articoli d’informazione sull’organizzazione aziendale, sulla realtà tecnologica dell’industria, sui dati economici della siderurgia nazionale e mondiale.
La rivista si proponeva inoltre anche nel suo specifico ruolo di mediazione e raccordo tra azienda e il mondo esterno.
Una volontà di trasparenza a cui si aggiungeva l'impegno a formare culturalmente ogni singolo lavoratore. Si affermava così come fosse giunto il momento di “…operare in concreto perché realtà e cultura, vita e pensiero, attività costruttiva e poesia trovino finalmente quei motivi di convergenza e di fusione che soli possono rendere spedito e fecondo il cammino della civiltà”.
Di conseguenza, nei numeri successivi venne presentato il programma d’informazioni, interne ed esterne, rivolto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti.
Questa politica di apertura al lavoratore e questa volontà di formazione continua trovarono un preciso corrispettivo anche nelle scelte grafiche operate da Carmi. In particolare attraverso l’uso in copertina di figurazioni informali e astratte del mondo siderurgico (altiforni, gasometri, laminatoi ecc.), si perseguiva la promozione dell’arte contemporanea.
Oltre a Carmi vanno ricordati gli illustratori Riccardo Manzi, Flavio Costantini, Renzo Vespignani e il fotografo svizzero Kurt Blum.
In seguito fecero la loro comparsa sulle copertine immagini fotografiche di opere pittoriche di artisti quali Emilio Scanavino e Georges Mathieu e di sculture di Arnaldo Pomodoro, Nino Franchina e Agenore Fabbri.
Le opere degli artisti contemporanei contribuivano alla costruzione dell’immagine pubblica della Cornigliano ed incoraggiavano i dipendenti - lettori ad ampliare le proprie conoscenze e la capacità di analisi culturale, nell’originale tentativo di avvicinare e coinvolgere il pubblico ad un’estetica di avanguardia promosso da Carmi e dal gruppo dell’Ufficio Relazioni pubbliche.
Sulla rivista vennero pubblicati articoli di cronaca aziendale, di storia, saggi e sintesi di conferenze.
Semplice ed avvincente la serie di articoli e studi storici presentati sul tema dello sviluppo industriale in Italia, quali «L’industria italiana alla vigilia dell’unificazione del Regno», «Le vicende dell’industria italiana dall’unificazione del Regno alla prima guerra mondiale» e «L’industria italiana fra le due guerre mondiali».
Particolarmente significativo, a sottolineare lo sviluppo dell’azienda, l’articolo «La siderurgia nell’economia genovese», contributo di Enrico Redaelli al convegno di studi economici e sociali “Città di Genova” nel febbraio 1960.
Nel dicembre 1960, in seguito alla fusione della Cornigliano nell’Ilva, le riviste «Cornigliano» e «Noi dell’Ilva» cessarono le pubblicazioni per dar vita ad un unico nuovo bimestrale destinato ai circa trentamila dipendenti della neo costituita Italsider, «Rivista Italsider».
La schedatura e la digitalizzazione del presente materiale è stata possibile grazie alla collaborazione di Noemi Santostefano nell'ambito del programma di tirocini curriculari dell'Università degli Studi di Genova.