Mario e Pio Perrone. Gestione dell'Ansaldo e vicende famigliari

Livello di descrizione

Serie

Descrizione

La documentazione conservata in questa partizione descrive l’ingresso di Mario e Pio Perrone all’interno della società Gio. Ansaldo Armstrong & C.,
la gestione amministrativa e commerciale della società e i cambiamenti decisivi affrontati nell’arco di quasi quindici anni di conduzione aziendale: il mutamento della ragione sociale nel 1912 in seguito alla scissione dalla società
Sir W.G. Armstrong Whitworth & Co. e il recupero della precedente denominazione di S.A.I. Gio. Ansaldo & C., la prima guerra mondiale e la forte espansione industriale sostenuta dalla produzione bellica, una più compiuta
definizione dell’assetto aziendale e la costruzione del Gruppo Ansaldo, la crisi finanziaria della società e il fallimento della Banca Italiana di Sconto, la resa
delle dimissioni nel 1921 e l’uscita della famiglia Perrone dalla gestione della società, la costituzione della “Nuova Ansaldo” nel 1922 e contestualmente le vicende private della famiglia, rappresentata nei suoi rapporti interni e nelle sue articolazioni pubbliche in un arco di tempo che copre circa quaranta anni.

La presente partizione risulta costituita da 1303 unità numerate che si riferiscono a un arco cronologico complessivo relativo agli anni 1908-1945.
In considerazione sia della consistenza della documentazione presente, raccolta in 26.172 sottofascicoli, sia dei tempi complessivi stabiliti per la
pubblicazione editoriale, si è proceduto, al fine di favorire lo studio e la ricerca, al controllo della schedatura fino ad oggi in uso, all’implementazione e all’informatizzazione della stessa e a un riordino di massima delle carte.
Dalla fase di controllo della schedatura sono emersi dati archivistici di notevole interesse in base ai quali è stato possibile comprendere le caratteristiche proprie della documentazione: l’analisi e la comparazione di
questa con le serie precedentemente descritte in questo inventario ha evidenziato che si commetterebbe un’imprecisione nel definire la presente una serie, poiché la natura delle carte conservate presenta un alto grado di
eterogeneità. Si è stabilito, quindi, di non utilizzare il termine archivistico “serie”, che più precisamente indica documenti tra loro omogenei, e che sarebbe, invece, più opportuno identificare la presente con il termine divenuto di uso comune di “partizione”.

In secondo luogo, l’analisi delle unità ha offerto ampi margini all’ipotesi che la documentazione conservata, benché propriamente riferibile alla gestione aziendale, non sia stata organicamente prodotta dagli uffici e dagli
stabilimenti Ansaldo nell’ambito dell’attività aziendale, ma che fosse la documentazione prodotta da Mario e Pio Perrone nell’esercizio delle proprie funzioni dirigenziali: in sintesi, il presente non sarebbe, quindi, che una parte
dell’archivio aziendale, poiché le carte presentano caratteristiche proprie di un archivio personale che i fratelli Perrone tratterranno presso di sé al momento
dell’uscita dalla gestione della società in seguito alle dimissioni rese dalle cariche ricoperte.

L’ipotesi qui discussa può trovare fondati riferimenti nel fatto che la documentazione sia stata rinvenuta nell’abitazione privata dei fratelli Perrone, e non nelle sedi e negli uffici propri della società, e che le carte rispecchino ampiamente anche la vita privata e la gestione amministrativo-finanziaria della famiglia Perrone, includendo materiale di carattere spiccatamente personale.
Ulteriore prova di ciò, la si trova nella corrispondenza intercorsa tra Mario e Pio Perrone e il rag. Salvatore Fossati, ispettore generale dell’Ansaldo, nella quale si fa riferimento alla consegna dell’archivio aziendale all’ing. Mario Vallino, dal 1922 nominato nuovo amministratore delegato dell’Ansaldo, in seguito alla dimissioni rese da Mario Perrone.

A differenza della documentazione conservata nelle precedenti serie, la schedatura e il parziale riordino del materiale è stata condotta senza l’ausilio di strumenti di corredo coevi e il mancato ritrovamento di un elenco non ha consentito un’agevole ricostruzione della partizione, la puntuale verifica della documentazione presente in origine e l’esistenza di possibili lacune.

La serie Numerazione Blu, così definita e descritta nella schedatura fino a oggi in uso presso la Fondazione Ansaldo, ha mutuato la propria denominazione dalla numerazione coeva, tracciata con una matita blu, presente sul dorso delle unità di conservazione.
D’altro canto, la segnatura originale presente sul dorso della quasi totalità delle unità di conservazione ha permesso una buona comprensione dell’ordine dato alle carte dal soggetto produttore e della relativa struttura della partizione.

Bisogna rilevare, inoltre, che sul dorso dell’unità di condizionamento oltre alla numerazione coeva tracciata a matita blu, che non si presenta in ordine progressivo ed è caratterizzata da notevole lacune, è possibile notare
una seconda numerazione introdotta a posteriori, identificabile in un’etichetta di colore marrone chiaro o scuro a seconda dei casi.
Dalla comparazione tra la documentazione presente e la schedatura fino ad oggi in uso è stato possibile rilevare che quest’ultima, nella descrizione delle carte, non ha seguito la numerazione originale progressiva delle unità così come attribuita dal soggetto produttore, ma si è avvalsa della numerazione data a posteriori.

É stato, quindi, necessario inserire i dati rilevati dall’analisi dell’unità di conservazione in una tabella al fine di ristabilire un ordine seppur virtuale della
documentazione: dalla comparazione delle informazioni tabulate è emerso che tuttavia anche la numerazione originale, non ha seguito né un criterio cronologico né un criterio tematico, relativo all’oggetto trattato nelle carte,
nell’identificare la documentazione prodotta dagli uffici amministrativi, dagli stabilimenti industriali o dai membri della famiglia. Dall’analisi della tabella è stato possibile ipotizzare che l’organizzazione del materiale sia stata operata posteriormente al 1921 e che la numerazione sia stata assegnata in un momento indeterminato ma sicuramente successivo all’anno dell’uscita dei
fratelli Perrone dall’Ansaldo.

L’assenza di un elenco coevo e l’analisi del contenuto delle carte non hanno fornito informazioni tali da consentire di individuare la documentazione
fuoriuscita dalle unità di provenienza e successivamente confluita in Miscellanea, di ricondurre la documentazione alle unità originarie e di permetterne quindi
una ricollocazione puntuale.
Seppur gran parte delle carte presenti la segnatura di un’avvenuta protocollazione e una descrizione a margine dell’oggetto, in assenza di riordinamento si è preferito non procedere a un effettivo reinserimento, poiché
non è stato possibile verificare in maniera certa e univoca da quali unità fosse fuoriuscita la documentazione. Si è stabilito, quindi, di schedare e di aggiungere in coda alla presente partizione una quota consistente di materiale
proveniente da Miscellanea.

Le unità e i sottofascicoli conservati, nella maggior parte dei casi, presentano una titolazione e una numerazione originale e per ogni livello di descrizione è stato riportato il titolo originale, la consistenza in carte, la presenza di opuscoli a stampa, di materiale fotografico e disegni tecnici conteggiati a parte, gli estremi cronologici, una breve descrizione del contenuto e la segnatura originale ma solo a livello dell’unità. La schedatura si è limitata
alla descrizione al livello del sottofascicolo.
In assenza di un elenco coevo che fornisse precise indicazioni sulla disposizione originaria della documentazione all’interno delle unità e nel caso
in cui non siano state rilevate adeguate indicazioni, i sottofascicoli sono stati ordinati secondo un criterio cronologico; qualora, invece, i sottofascicoli
presentassero una numerazione originale, questa ha avuto la precedenza rispetto all’ordine cronologico.

Seppur la maggior parte della documentazione sia stata prodotta soprattutto negli anni 1908-1922, periodo della gestione aziendale dei fratelli Perrone, si nota la presenza di materiale riferibile a un periodo anteriore che, per motivi legati alla sua natura, fu già all’epoca inserito all’interno delle unità perché necessario al completamento delle pratiche.
Dall’analisi della natura delle carte è possibile ipotizzare che gran parte della documentazione presente fosse inizialmente conservata presso gli uffici di Mario e Pio Perrone nelle sedi di Roma e di Genova e in seguito presso Villa Grüber, residenza privata della famiglia, dove rimase fino al momento della sua acquisizione nel 1980.

Da una nota redatta da Bruna Vannini, segretaria di Mario Perrone, si deduce, infatti, che l’archivio aziendale dei due ex proprietari dell’Ansaldo si trovasse all’epoca in una stanza situata al piano terra della stessa villa, nei pressi dei locali riservati alla servitù.
La documentazione conservata in questa partizione evidenzia la centralità della figura di Mario e Pio Perrone nella conduzione manageriale della S.A.I. Gio. Ansaldo & C. nel periodo che va dalla morte del padre Ferdinando Maria, avvenuta il 9 giugno 1908, al 1921 anno che segna il termine della gestione Perrone e l’uscita della famiglia dall’amministrazione della società: ne emerge uno spaccato di vita della durata di quasi quindici anni che
vede i fratelli Mario e Pio attivamente presenti in ambito professionale, impegnati nella direzione degli stabilimenti Ansaldo, nella gestione delle società
controllate e dei quotidiani «Il Secolo XIX» e «Il Messaggero», e in ambito privato nella cura dei rapporti con esponenti politici dello Stato italiano e con
personalità legate al mondo dell’associazionismo locale e nazionale; emergono, inoltre, in parte non trascurabile, vicende ed eventi legati al contesto personale
e famigliare.

Le carte conservate testimoniano in particolar modo la centralità di Mario Perrone nella conduzione della società, in modo analogo a quello del padre Ferdinando Maria, come conseguenza della posizione apicale e
dell’incarico ricoperto all’interno dell’azienda. Nel 1908 Mario Perrone, su indicazione del padre, viene nominato amministratore delegato della società e il fratello Pio membro del Consiglio di Amministrazione.
Negli anni della gestione dei fratelli Perrone, su sollecitazione di stimoli provenienti dal settore economico-politico e su spinta di eventi storici
determinanti, l’Ansaldo si troverà ad affrontare passaggi fondamentali che contribuiranno a modificare la struttura sociale e la produzione industriale
dell’azienda.

Momenti decisivi in questo senso furono la creazione a partire dal 1910 di una stabile partnership con la società Schneider & C.ie di Parigi, la riorganizzazione amministrativa degli uffici nel 1911 e soprattutto la
trasformazione nel 1912 della ragione sociale dell’azienda con la scissione dalla società Sir W.G. Armstrong Whitworth & Co. Ltd di Newcastle, avvenuta su richiesta di quest’ultima.

Già dal 1909 emergono problematiche e incomprensioni tra le due società: l’Assemblea degli Azionisti del 29 marzo da un lato segna l’ultimo intervento
della famiglia Bombrini nella gestione della società e dall’altro il distacco dalla Armstrong, che pur di separarsi dall’Ansaldo, ritenuta scarsamente produttiva,
non esita a fornire alla famiglia Perrone un appoggio decisivo, cedendo una parte del pacchetto azionario. Contrasti tra le due società sorgono soprattutto
in occasione della partecipazione congiunta alle gare internazionali per commesse navali, che convincono i dirigenti dell’Ansaldo ad apportare cambiamenti strategici nella scelta dei partner commerciali e a stabilire rapporti di collaborazione sempre più strutturati con la società Schneider & C.ie per la fornitura di artiglierie e brevetti industriali. Disaccordi e distanze che derivano dalla difficile gestione delle commesse assegnate e dai ritardi nella consegna delle forniture: la società W.G. Armstrong Whitworth & Co. si dimostra,
infatti, maggiormente legata al trust industriale anglosassone che alla collaborazione con l’Ansaldo, suo alleato naturale, in un rapporto che oscilla
continuamente tra collaborazione e rivalità. La fusione con la società Sir W.G. Armstrong Whitworth & Co., realizzata nel dicembre 1903 e durata quasi un
decennio, si conclude e l’azienda riprenderà la precedente denominazione di S.A.I. Gio. Ansaldo & C., con sede legale a Roma e sede operativa a Genova.
È di questo periodo, inoltre, l’adozione del logo aziendale che riproduce la lettera “A” sovrapposta a due cannoni incrociati.

Nel corso della prima guerra mondiale si verifica la fase di massima espansione industriale della società: uno sviluppo eccezionale della produzione sostenuta dalla richiesta di forniture di carattere bellico e dalle commesse di guerra assegnate dallo Stato italiano, cui farà seguito un’estensione territoriale che contribuirà a modificare l’assetto urbanistico dei comuni del Genovesato e l’articolazione geografica propria dell’azienda con l’impianto e l’acquisizione di
nuovi stabilimenti e officine, un accrescimento numerico delle maestranze operaie e del personale dipendente che condurrà a una maggiore complessità nella gestione dei rapporti di lavoro e all’aumento di vertenze e rivendicazioni sindacali.

Data testuale

1908 - 1945, con docc. dal 1886

Consistenza

1303 unità

Soggetto produttore

Lingua prevalente

ITALIANO - Italiano - IT

Soggetto conservatore

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